31 gennaio 2018 sala convegni Ilab Kilometro Rosso Bergamo. Si è concluso il 1′ convegno nazionale YouBuild sul tema del recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio “Case da non riqualificare a caso” organizzato da Virginia Gambino Editore. I temi trattati hanno dato vita a riflessioni molto interessanti sullo stato del patrimonio edilizio italiano e quali le possibilità di intervento per il recupero e la riqualificazione. Apre il convegno Luca Maria Fabris, direttore editoriale della rivista YouBuild, seguono numerosi interventi.
Michele Capè, presidente della Commissione Strutture dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano, asserisce che sempre di più in Italia ci si dovrà dedicare a ristrutturare e riqualificare il patrimonio edilizio esistente, più che dedicarsi al nuovo. Massiccia e preponderante è infatti la presenza di edifici vecchi e antichi in Italia. Se si considera che 50 anni è il tempo di vita utile di progetto di un edificio, nel solo comune di Milano vi sono 26000 edifici che necessitano di essere riqualificati.
Prosegue il prof Federico Della Puppa, Università IUAV di Venezia e centro studi YouTrade, che delinea un quadro più preciso. Il patrimonio edilizio italiano è un patrimonio vecchio. L’84% di tutte le abitazioni sono state costruite prima del 1970 (60% delle quali costruite prima del 1976). Il 58% delle famiglie italiane vive in condominio (14,5 milioni è il numero dei condomini). La maggior parte degli edifici abitativi in Italia è stata costruita prima della legge L.10/1991 “Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”. Ciò significa che la maggior parte degli edifici abitativi esistenti corrisponde a un modello energetico fatto di sprechi e consumi eccessivi. Gli edifici sono dotati di impianti vecchi e quindi altamente inquinanti. Il 40% delle case corrisponde ad una classe energetica G. Ristrutturare è una necessità.
La prof Emanuela Casati, Università di Bergamo, presenta il progetto RIFO nell’ambito di “prospettive di rigenerazione territoriale”. Casati delinea una soluzione differente rispetto alla riqualificazione del patrimonio esistente. Rigenerazione urbana e restituzione del territorio tramite demolizione delle strutture obsolete e costruzione di edifici sostenibili con tecniche innovative. Così si eliminano amianto, piombo e tutti i materiali inquinanti, procedendo ad una bonifica del territorio in cui sono strettamente connesse le aree dismesse (prevalentenete di tipo industriale) e quelle obsolete (per lo più residenziali).
Renato Cremonesi (Cremonesi Soustainability Company) sottolinea che “riqualificare è un affare per tutti”, in termini di risparmio economico sulle bollette e risparmio energetico (contenimento dell’inquinamento e utilizzo intelligente delle risorse energetiche: un affare per la nostra salute e quella del pianeta).
Apre la seconda parte del convegno Marina Dragotto, direttrice di Audis (Associazione delle aree urbane dismesse) con una panoramica sul ruolo del pubblico e privato nella gestione della riqualificazione.
Molto interessanti infine gli ultimi tre interventi che vedono esempi pratici di recupero e riqualificazione di aree dismesse e obsolete:
“Alta efficienza energetica per una villa veneta” (splendido esempio di restauro e conservazione di una villa del 700 a Saccologno in Veneto) a cura dell’Arch Lucia Corti.
“Progetto Switch a Imperia” (riuso di spazi in abbandono: il deposito franco ex S.A.L.S.O. di Imperia ) a cura di Giuseppe Panebianco.
“Recupero dell’ex-cotonificio a Crespi d’Adda”, villaggio industriale, patrimonio dell’Unesco che da oggetto produttivo diventa oggetto culturale in cui convivono paesaggio, programma, progetto. L’Arch. Mauro Piantelli, curatore del progetto di recupero, ci insegna che il riuso è l’unica vera pratica di riutilizzo (sostenuto dal monito: reduce, reuse, recycle: architecture as resource). La presentazione è molto curata con foto d’epoca e contemporanei bianchi e nero ricchi di fascino accompagnati da citazioni su cui si aprono riflessioni e spunti.
Cappottotermico.net ha partecipato con grande interesse all’evento. Certo di contribuire allo sviluppo edilizio ecostenibile in termini di riqualificazione e comfort abitativo (sia esso sul nuovo o esistente patrimonio edilizio) con il nostro prodotto bio intonaco termico a basso spessore brevettato e certificato.